La liberalizzazione dei mercati, la crescente concorrenza del settore, la crisi economica di famiglie e imprese hanno colpito profondamente il comparto delle utilities italiane ed europee negli ultimi dieci anni.
Le bollette non pagate rappresentano ormai una minaccia reale per le aziende del settore arrivando a toccare la soglia dei 4 miliardi di euro l’anno. Un’emorragia finanziaria che riduce il potere d’acquisto delle Utilities e le risorse per investire in innovazione, servizi al cliente e infrastrutture.
Eppure, più che un punto di debolezza, quello del credito può diventare l’asset fondamentale su cui puntare l’attenzione per affrontare la crescente competizione sul mercato libero dell’energia. Una lungimirante gestione del processo del credito può, infatti, rappresentare un fattore discriminante nel consentire alle Utilities di preservare il reddito da investire in nuovi servizi che rafforzino le strategie di ingaggio e di fidelizzazione degli utenti.
A fronte di questo scenario, l’opportunità di continuare a competere su un mercato iper-concorrenziale e di ottenere livelli di redditività adeguati, dipenderanno dalla capacità delle aziende di rendere più efficienti i processi aziendali dell’Area Credit in una logica di governance.
Quanto detto sopra evidenzia i limiti degli strumenti tradizionali per la gestione del credito e pone le basi per un’ importante evoluzione di processo incentrato sul monitoraggio costante di tutto il ciclo del credito. Due le nuove priorità: gestire tutte le diverse fasi del credito e intervenire in modo tempestivo sugli insoluti prima che diventino inesigibili.
Le nuove tecnologie ad oggi presenti sul mercato aiutano le utilities a gestire il credito automatizzando l’intero processo, dalla fatturazione fino alle fasi stragiudiziali e giudiziali, con significativi vantaggi:
- Accelerazione dei flussi di cassa
- Miglioramento KPIs (DSO, % scaduto)
- Migliore know-how e governance delle pratiche
- Governance automatica dei processi
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