SaaS: evoluzione del software e impatto sul business

La trasformazione digitale che sta rivoluzionando il business

Il Software-as-a-Service (SaaS), o “software come servizio”, rappresenta una delle innovazioni più significative nel modo in cui le organizzazioni implementano e utilizzano le soluzioni software. è un modello di distribuzione basato su cloud in cui le applicazioni sono ospitate da un provider e rese disponibili agli utenti tramite Internet.

Cosa rappresenta realmente il SaaS nel panorama attuale?

Il Software as a Service rappresenta molto più di un semplice modello di distribuzione software, è un paradigma nuovo che ridefinisce il rapporto tra fornitori di software e utenti finali. A differenza del software tradizionale, che richiedeva installazioni locali e manutenzione costante, il SaaS offre un approccio basato sul cloud che privilegia l’accessibilità, la scalabilità e l’aggiornamento.

Nel suo nucleo, il SaaS incarna la trasformazione da un modello di proprietà a uno di servizio. Le applicazioni vengono ospitate centralmente e distribuite attraverso internet, eliminando la necessità di infrastrutture IT complesse e costose,  introducendo anche un nuovo approccio alla monetizzazione del software stesso, passando dalle tradizionali licenze perpetue a modelli di abbonamento più flessibili e sostenibili.

Quali sono i vantaggi?

Questo modello sta offrendo alle aziende nuove opportunità di crescita e ottimizzazione delle risorse, oltre ai numerosi vantaggi, rendendolo una scelta popolare per aziende di tutte le dimensioni.

Caratteristiche e vantaggi principali del SaaS

  • accessibilità: le applicazioni SaaS sono disponibili tramite browser web o API, permettendo l’accesso da qualsiasi dispositivo connesso a Internet
  • modello di abbonamento: gli utenti pagano per l’accesso al software su base mensile o annuale, riducendo i costi iniziali e semplificando la gestione delle spese operative
  • gestione centralizzata: il provider si occupa dell’hosting, della manutenzione, degli aggiornamenti e della sicurezza del software
  • scalabilità: le soluzioni SaaS possono essere facilmente scalate in base alle esigenze dell’azienda, consentendo una rapida implementazione di nuove funzionalità o capacità
  • architettura multi-tenant: un’unica istanza del software serve più clienti, mantenendo separati i loro dati
  • riduzione dei costi: non richiede investimenti iniziali in hardware o licenze software permanenti

I numeri che guidano il mercato

L’analisi dei dati di mercato conferma la crescita esponenziale del settore SaaS. Secondo le più recenti ricerche di Gartner, il mercato globale del SaaS ha raggiunto un valore di 195,2 miliardi di dollari nel 2023, con una proiezione di crescita del 17,9% per il 2024. Questo trend è supportato da diversi fattori chiave:

  • il tasso di adozione del cloud nelle imprese ha superato il 90% nei mercati sviluppati
  • gli investimenti in soluzioni SaaS rappresentano oltre il 50% dei budget IT aziendali
  • il ROI medio delle implementazioni SaaS si attesta intorno al 150% nei primi 24 mesi
  • il tempo medio di implementazione di una soluzione SaaS è inferiore del 60% rispetto al software tradizionale

Il mercato italiano

L’adozione del Software-as-a-Service (SaaS) in Italia ha mostrato una crescita significativa negli ultimi anni, riflettendo una tendenza più ampia nel mercato del cloud. Ecco alcuni dati chiave sull’adozione del SaaS in Italia:

  • valore di mercato – nel 2024, il mercato SaaS in Italia ha raggiunto un valore di 1,8 miliardi di euro, con una crescita del 21% rispetto all’anno precedente. Nel 2023, il valore era di 1,532 miliardi di euro, con un incremento del 19%.
  • crescita complessiva del cloud – il mercato del cloud in Italia ha visto un aumento complessivo del 24% nel 2024, raggiungendo un valore di 6,8 miliardi di euro, con il SaaS che contribuisce significativamente a questa espansione.
  • adozione nelle PMI – le piccole e medie imprese (PMI) hanno registrato un incremento dell’adozione del cloud, con una spesa in servizi di Public e Hybrid Cloud che è aumentata del 21% nel 2024, raggiungendo 581 milioni di euro.
  • trend post-pandemia – la pandemia ha accelerato l’adozione del cloud e del SaaS, spingendo molte aziende a considerare queste soluzioni come parte integrante delle loro operazioni quotidiane.
  • proiezioni future – si prevede che entro il 2025 il mercato SaaS continuerà a crescere, contribuendo a una quota sempre maggiore della spesa IT complessiva delle aziende italiane7.

Questi dati evidenziano come il SaaS stia diventando una componente fondamentale per le aziende italiane che cercano di modernizzare le loro operazioni e migliorare la competitività sul mercato.

Perché il SaaS sta diventando sempre più cruciale?

Questo modello gioca anche un ruolo centrale nella trasformazione digitale delle organizzazioni. La facilità di implementazione e l’accessibilità globale delle soluzioni SaaS stanno permettendo alle aziende di innovare più rapidamente e di rispondere più efficacemente alle esigenze dei clienti. La collaborazione tra team distribuiti è diventata più fluida grazie alle applicazioni SaaS, che offrono accesso in tempo reale ai dati e agli strumenti necessari.

Come adottarlo in azienda

Per massimizzare i benefici del SaaS, le organizzazioni dovrebbero adottare un approccio strategico alla sua implementazione; questo include una valutazione approfondita delle esigenze aziendali, una due diligence dei fornitori, e lo sviluppo di politiche chiare per la gestione dei dati e la sicurezza.

È fondamentale anche investire nella formazione degli utenti e nella gestione del cambiamento organizzativo. Il successo dell’implementazione SaaS dipende tanto dalla tecnologia quanto dalla capacità delle persone di adattarsi e sfruttare al meglio i nuovi strumenti.

Conclusione

Il Software as a Service rappresenta molto più di una tendenza tecnologica: è un cambiamento fondamentale nel modo in cui le organizzazioni approcciano il software e l’IT in generale. Mentre il mercato continua a maturare, possiamo aspettarci ulteriori innovazioni e trasformazioni che renderanno il SaaS ancora più centrale nelle strategie digitali delle aziende.

Disaster Recovery: che cos’è e perché è importante per le aziende

Il Disaster Recovery (DR) è una componente essenziale della continuità operativa aziendale, progettato per garantire che un’organizzazione sia in grado di rispondere e riprendersi rapidamente da eventi che interrompono le attività critiche. Questi eventi possono includere guasti tecnici, attacchi informatici o disastri naturali. Il DR mira a ridurre al minimo i tempi di inattività e le perdite, fornendo una struttura chiara e adattabile per ripristinare i sistemi e mantenere la continuità operativa.

Il ruolo del Disaster Recovery nei piani di continuità aziendale

Un piano di DR non è un’entità isolata, ma una parte integrata di una strategia più ampia di Business Continuity Management (BCM). Mentre la continuità aziendale si concentra sul mantenimento delle operazioni in ogni circostanza, il disaster recovery si occupa specificamente del ripristino dei sistemi tecnologici e delle infrastrutture critiche dopo un’interruzione.

Un piano di DR efficace si basa su una collaborazione interfunzionale tra diverse unità aziendali, garantendo che tutti siano preparati a rispondere in modo coordinato a una crisi. Non si tratta solo di “riparare” un sistema, ma di riqualificare e rivitalizzare l’infrastruttura aziendale per renderla più resiliente contro future minacce.

Perché il Disaster Recovery è cruciale?

Le aziende moderne dipendono sempre più da sistemi digitali per le operazioni quotidiane. Un’interruzione, anche breve, può avere un impatto devastante su:

  • entrate – la perdita di accesso ai sistemi mission-critical può tradursi in una perdita di ricavi significativa.
  • reputazione – i clienti si aspettano continuità e affidabilità. Un downtime prolungato può minare la fiducia e danneggiare l’immagine aziendale.
  • conformità normativa – molte industrie sono soggette a regolamentazioni rigorose che richiedono soluzioni per il recupero dei dati e la protezione delle informazioni sensibili.

Un piano di DR ben progettato consente di ridurre i tempi di inattività, proteggere i dati sensibili e riprendere rapidamente le operazioni, dimostrando resilienza e professionalità.

Gli obiettivi principali del Disaster Recovery

Il disaster recovery non è solo un piano tecnico; è un impegno strategico per proteggere la capacità di un’azienda di operare anche nelle condizioni più avverse. Gli obiettivi principali di un piano di DR sono focalizzati sulla protezione dei dati, la continuità delle operazioni e la resilienza a lungo termine.

  1. Protezione dei dati
    I dati sono il cuore di ogni azienda. Un piano di disaster recovery efficace garantisce che le informazioni critiche siano protette contro perdite, furti o danni; questo implica non solo creare backup regolari, ma anche garantire che questi siano facilmente accessibili e sicuri.
  2. Riduzione del downtime
    Ogni minuto di inattività rappresenta una perdita di produttività e, spesso, di ricavi. Il DR mira a ripristinare rapidamente i sistemi critici per mantenere la continuità operativa e minimizzare l’impatto sul business.
  3. Mantenimento della continuità operativa
    Anche in situazioni di crisi, è fondamentale che le operazioni principali possano continuare. Questo obiettivo richiede un approccio integrato che includa non solo la tecnologia, ma anche i processi e le persone coinvolte.
  4. Resilienza a lungo termine
    Un piano di DR deve guardare oltre il ripristino immediato. L’obiettivo è costruire un’infrastruttura che non solo si riprenda da un disastro, ma che sia più forte e preparata per affrontare le sfide future.

Come funziona un piano di Disaster Recovery

Un piano di disaster recovery efficace non si improvvisa; è il risultato di un processo strutturato e dettagliato che coinvolge tutti i livelli dell’organizzazione. Ogni azienda deve costruire il proprio piano basandosi sulle sue specifiche esigenze, ma ci sono passaggi fondamentali comuni a tutti i settori.

Il primo passo è comprendere i potenziali rischi, questo significa analizzare tutti i possibili scenari che potrebbero portare a interruzioni dei sistemi, dai guasti hardware agli attacchi informatici. Questa fase permette di individuare le vulnerabilità più critiche e di stabilire le priorità.

Si passa alla definizione delle priorità in quanto non tutti i sistemi e i processi aziendali hanno la stessa importanza. Un piano di DR efficace identifica i servizi mission-critical e stabilisce una sequenza chiara per il loro ripristino. Questo approccio garantisce che le risorse siano allocate in modo ottimale durante una crisi.

Si procede poi con i piani di backup: avere copie affidabili e aggiornate dei dati è il fondamento di qualsiasi strategia di disaster recovery. I backup devono essere archiviati in luoghi sicuri, preferibilmente in posizioni geografiche diverse, per garantire la protezione anche in caso di disastri locali.

Come ultimo step, vengono eseguite delle simulazioni regolari, un piano non testato è un piano incompleto. Simulazioni e test periodici sono essenziali per verificare l’efficacia del DR e per preparare il personale a rispondere con sicurezza e rapidità in una situazione reale.

Tecnologie chiave per il Disaster Recovery

L’evoluzione tecnologica ha trasformato il disaster recovery, rendendolo più accessibile e versatile. Oggi, le aziende possono sfruttare soluzioni avanzate per migliorare la protezione dei dati e ridurre i tempi di inattività.

Cloud computing
Il cloud rappresenta una rivoluzione per il DR, grazie alla sua scalabilità e alla disponibilità continua, permette alle aziende di archiviare i dati in modo sicuro e di accedere rapidamente alle risorse necessarie durante un’emergenza.

Backup automatizzati
La possibilità di automatizzare i backup elimina il rischio di errori umani e garantisce che i dati siano salvati regolarmente senza interruzioni. Questa tecnologia consente alle aziende di concentrarsi sulle operazioni principali, sapendo che le informazioni critiche sono al sicuro.

Replica dei dati in tempo reale
La sincronizzazione continua dei dati tra server principali e di backup garantisce che, in caso di guasto, non ci sia perdita di informazioni. Questa tecnologia è particolarmente utile per aziende che non possono permettersi tempi di inattività.

Il Disaster Recovery come pilastro della resilienza aziendale

Un piano di disaster recovery non è solo una risposta a eventi imprevisti, ma anche una dimostrazione della capacità di un’azienda di adattarsi e innovare. Investire nel DR significa costruire una base solida per il futuro, proteggendo non solo i sistemi tecnologici, ma anche la reputazione e la fiducia dei clienti.

Quale strada scegliere per la tua azienda: il cloud o l’on-premise?

Vantaggi e gli svantaggi di cloud e on-premise per prendere la decisione migliore per la tua organizzazione

Questo è uno degli interrogativi più comuni che si presenta nelle aziende quando devono affrontare una scelta cruciale per il proprio futuro digitale: cloud o on-premise? Entrambe le soluzioni offrono vantaggi peculiari, pertanto è essenziale comprenderne a fondo i punti di forza e di debolezza per individuare la strada più adatta alle esigenze specifiche della propria organizzazione.

Cos’è il cloud computing?

Il cloud computing si configura come un modello di erogazione di risorse informatiche – tra cui elaborazione, archiviazione e applicazioni – attraverso internet. Questa modalità consente alle aziende di fruire di tali servizi in maniera flessibile e su richiesta, senza la necessità di gestire direttamente l’infrastruttura sottostante. I provider cloud si occupano della manutenzione, degli aggiornamenti e della scalabilità delle risorse, liberando le aziende da tali incombenze.

Cos’è l’on-premise?

Al contrario, l’approccio on-premise prevede che l’intera infrastruttura tecnologica, comprese hardware e software, sia fisicamente installata e gestita internamente all’organizzazione. Questo modello offre alle aziende un controllo sull’infrastruttura e sui dati direttamente dall’interno.

Quali sono le differenze tra On-Premise e Cloud?

Le principali differenze tra l’approccio on-premise e quello cloud sono:

  • Gestione dell’infrastruttura

Nel cloud il provider si occupa della gestione dell’infrastruttura sottostante.

Nell’on-premise l’intera infrastruttura tecnologica, comprese hardware e software, è di proprietà e gestita internamente all’organizzazione.

  • Accessibilità

Le soluzioni cloud consentono l’accesso alle risorse da qualsiasi luogo e dispositivo tramite internet.

On-premise richiede l’accesso diretto all’infrastruttura fisica.

  • Costi:

Il cloud presenta generalmente costi operativi più bassi e variabili in base all’utilizzo.

On-premise comporta investimenti iniziali più elevati e costi fissi di gestione.

  • Scalabilità e flessibilità

Le soluzioni cloud offrono una scalabilità più flessibile, permettendo di aumentare o diminuire le risorse in base alle esigenze.

On-premise richiede un dimensionamento più rigido dell’infrastruttura.

  • Manutenzione e aggiornamenti

Nel cloud, il provider si occupa della manutenzione e degli aggiornamenti.

Nell’on-premise, l’azienda deve gestire internamente tali attività.

  • Sicurezza e conformità

Nel cloud, la responsabilità è condivisa con il fornitore.

Nell’on-premise, la sicurezza e la conformità sono interamente sotto il controllo dell’azienda.

Queste differenze chiave rappresentano aspetti importanti da valutare nella scelta tra on-premise e cloud.

Perché scegliere un’applicazione On-Premise?

Le soluzioni on-premise conservano alcuni punti di forza distintivi. Innanzitutto, garantiscono un maggiore controllo sull’infrastruttura e sui dati. Inoltre, l’on-premise consente una maggiore personalizzazione delle soluzioni in base alle esigenze specifiche del business, oltre a offrire prestazioni e latenza potenzialmente superiori per carichi di lavoro intensivi.

Non meno importante, l’indipendenza dai fornitori cloud preserva l’autonomia operativa dell’azienda. Tuttavia, questa autonomia comporta anche una maggiore responsabilità interna: gli aggiornamenti e la manutenzione dell’infrastruttura on-premise devono essere gestiti direttamente dai dipendenti IT dell’azienda. Spesso, questo richiede anche l’acquisto di numerose licenze software aggiuntive per supportare le esigenze dell’organizzazione.

Quindi, la scelta dell’on-premise implica un maggiore controllo e personalizzazione, ma anche un maggior carico di lavoro per il team IT interno, che deve occuparsi degli aggiornamenti, della manutenzione e della gestione delle diverse licenze necessarie.

Definizione di SAAS (Software as a Service)

Il Software as a Service (SaaS) è un modello di distribuzione del software in cui un’applicazione viene resa disponibile agli utenti attraverso internet. In questo scenario, il provider cloud si occupa della gestione e manutenzione dell’infrastruttura, mentre gli utenti accedono all’applicazione tramite un browser web o un’interfaccia mobile, senza la necessità di installare e gestire il software localmente.

Perché scegliere un’applicazione in cloud?

Nell’analizzare i vantaggi del cloud, emerge innanzitutto il fattore della scalabilità. Le soluzioni cloud offrono la possibilità di aumentare o diminuire rapidamente le risorse in base alle esigenze in continua evoluzione del business, evitando così dispendiosi investimenti iniziali o il rischio di sottoutilizzare la capacità installata. Inoltre, l’accessibilità rappresenta un punto di forza chiave: i dati e le applicazioni cloud sono fruibili da qualsiasi luogo e dispositivo, favorendo una maggiore mobilità e collaborazione tra i team.

Non meno rilevanti sono i vantaggi in termini di costi: i modelli di fatturazione basati sul consumo effettivo permettono di ridurre gli investimenti iniziali e i costi di gestione, trasformando le spese da capitali in operativi. Infine, il cloud si rivela particolarmente vantaggioso per quanto concerne la manutenzione e gli aggiornamenti, poiché il fornitore di servizi se ne occupa direttamente, liberando l’azienda da tali incombenze.

Inoltre, anche quando si acquistano soluzioni cloud più complesse, queste possono essere personalizzate e modulate per adattarsi interamente alle esigenze specifiche dell’organizzazione, proprio come le soluzioni on-premise. Quindi il cloud non implica necessariamente un sacrificio in termini di personalizzazione.

Quali sono i vantaggi e svantaggi di entrambi?

In definitiva, la scelta tra cloud e on-premise deve tenere conto dell’equilibrio tra i vantaggi di entrambe le opzioni e le reali necessità della propria organizzazione. Da un lato, il cloud offre flessibilità, accessibilità e vantaggi economici, ma comporta una minore autonomia e controllo diretto sull’infrastruttura. Dall’altro, l’on-premise garantisce un maggiore controllo e personalizzazione, ma richiede investimenti iniziali più elevati e una maggiore gestione delle risorse.

In molti casi, una soluzione ibrida che combina elementi di entrambi gli approcci può rappresentare la scelta più equilibrata e lungimirante. È fondamentale valutare attentamente i requisiti aziendali specifici, bilanciando fattori quali sicurezza, flessibilità, costi e autonomia operativa per individuare la strada migliore per il proprio percorso di trasformazione digitale.

 

Cybersecurity nelle aziende

Le nuove sfide con la direttiva NIS2 e l’allarme CRIF

Con l’aumento della connettività e della digitalizzazione, le imprese sono sempre più esposte a minacce informatiche che possono compromettere dati sensibili e l’integrità delle infrastrutture critiche. Queste rivoluzioni hanno trasformato radicalmente il modo in cui le aziende operano, rendendo la cybersecurity una priorità assoluta. Due eventi recenti – l’introduzione della direttiva NIS2 e l’allarme CRIF sul crescente numero di attacchi – evidenziano l’urgenza di adottare misure di sicurezza più efficaci.

L’allarme CRIF: una fotografia del panorama attuale

Un recente studio di CRIF ha rivelato che nel primo semestre del 2024 si è registrato un aumento del 10% degli attacchi informatici rispetto all’anno precedente. Questo dato conferma un trend preoccupante, con le aziende sempre più esposte a minacce crescenti.

Tra gli attacchi più frequenti si segnalano phishing, ransomware, e furti di dati. Questi attacchi non solo compromettono la sicurezza delle informazioni, ma possono anche paralizzare l’operatività di un’azienda per giorni.

La crescita esponenziale delle minacce rende evidente che le aziende devono adottare misure di sicurezza più avanzate e proattive per proteggere le proprie infrastrutture critiche.

Cos’è la direttiva NIS2?

La direttiva NIS2 (Network and Information Systems Directive) è la nuova normativa europea in materia di cybersecurity, entrata in vigore nel 2024. Si tratta di un aggiornamento della precedente direttiva NIS, introdotta nel 2016, che mirava a migliorare la sicurezza delle reti e dei sistemi informatici all’interno dell’Unione Europea.

Differenze tra NIS e NIS2 e novità introdotte

A differenza della prima versione, la NIS2 introduce requisiti più stringenti e un perimetro d’azione più ampio. L’obiettivo principale è quello di aumentare la resilienza cibernetica delle aziende che operano in settori critici, come energia, trasporti, finanza, e infrastrutture digitali.

Mentre la NIS riguardava un numero limitato di settori, la NIS2 estende la sua applicazione a una gamma più ampia di organizzazioni, comprese le PMI che operano in ambiti considerati vitali per l’economia e la società.

Uno degli aspetti più significativi della NIS2 è l’estensione delle regole di sicurezza a più settori, includendo ora anche aziende di medie dimensioni che prima non erano soggette a tali regolamentazioni.

Le aziende devono adottare misure di sicurezza più robuste. Tra queste, vi è l’obbligo di implementare procedure di gestione del rischio, migliorare la capacità di risposta agli incidenti e garantire la continuità operativa.

Un’altra novità importante è l’obbligo di segnalare rapidamente agli enti competenti eventuali incidenti di sicurezza che possano compromettere la continuità dei servizi essenziali. Questo per garantire una risposta rapida e coordinata alle minacce.

Perché la NIS2 è importante per le aziende

L’implementazione delle misure previste dalla NIS2 permette alle aziende di ridurre significativamente il rischio di attacchi informatici e le conseguenze economiche e reputazionali che ne derivano.

Rispettarla è fondamentale per evitare sanzioni amministrative e penali, garantendo al contempo la conformità alle normative europee, che diventano sempre più severe.

Un’azienda che dimostra di saper gestire in modo efficace la propria cybersecurity non solo evita danni economici, ma rafforza anche la fiducia dei clienti e dei partner, migliorando la propria competitività sul mercato.

Come le aziende possono adeguarsi alla NIS2

Il primo passo per adeguarsi alla NIS2 è effettuare una valutazione approfondita dei rischi a cui l’organizzazione è esposta, tenendo conto dell’evoluzione del panorama delle minacce.

Le aziende devono definire una strategia di cybersecurity che includa politiche, procedure e tecnologie per la protezione dei dati e delle infrastrutture.

Investire nella formazione del personale è fondamentale. I dipendenti devono essere in grado di riconoscere e segnalare potenziali minacce, adottando comportamenti sicuri per proteggere le informazioni aziendali.

Le sfide della cybersecurity per le aziende oggi

Le minacce informatiche stanno evolvendo a un ritmo incredibile. Gli attacchi informatici non sono più limitati ai classici virus o malware; si parla di ransomware avanzati, attacchi DDoS su larga scala, phishing altamente personalizzato e persino exploit che sfruttano vulnerabilità zero-day, non ancora identificate dai fornitori di software. Gli hacker e le organizzazioni criminali sono sempre più sofisticati, utilizzano tecniche come l’intelligenza artificiale e il machine learning per penetrare i sistemi aziendali e sfuggire ai controlli di sicurezza tradizionali.

Questo aumento della complessità richiede alle aziende di rimanere costantemente aggiornate sulle nuove tecniche di attacco e di adottare un approccio flessibile alla difesa. Non è sufficiente applicare le stesse soluzioni di sicurezza di qualche anno fa; bisogna evolversi con la minaccia.

La complessità della protezione delle infrastrutture critiche

Molte aziende dipendono fortemente dalle infrastrutture critiche, come i sistemi energetici, i trasporti, le reti di telecomunicazione e i sistemi sanitari. La protezione di queste infrastrutture è particolarmente complessa perché un attacco a un singolo punto debole può avere conseguenze devastanti per l’intera azienda, o addirittura per un intero settore.

Una delle sfide principali che le aziende si trovano ad affrontare è la carenza di competenze specializzate in cybersecurity. Mentre la domanda di esperti cresce, l’offerta non riesce a tenere il passo, creando un divario di competenze che molte imprese faticano a colmare. Oltre a ciò, la gestione della sicurezza informatica richiede investimenti significativi in termini di risorse finanziarie e umane, risorse che spesso le piccole e medie imprese (PMI) non possono permettersi di dedicare completamente alla cybersecurity.

La conformità alle normative, come la NIS2, aggiunge un ulteriore livello di complessità per le aziende. La rapida evoluzione delle leggi in materia di protezione dei dati e sicurezza informatica significa che le imprese devono costantemente aggiornare le loro procedure, e l’adeguamento alle nuove normative richiede un’attenta pianificazione, formazione interna e aggiornamento delle infrastrutture tecniche.

Come dovrebbero lavorare internamente le aziende per garantire la cybersecurity

Oltre ad adeguarsi alle normative europee come la direttiva NIS2, le aziende devono adottare un approccio sistematico e olistico alla cybersecurity. Questo implica la creazione di una cultura della sicurezza all’interno dell’organizzazione e l’implementazione di pratiche di gestione del rischio che coinvolgano tutti i livelli dell’azienda, dal top management fino all’ultimo dipendente.

Ecco alcune delle azioni chiave che le aziende dovrebbero intraprendere internamente per migliorare la loro sicurezza informatica:

  1. creare una cultura della sicurezza
  2. definire ruoli chiari e responsabilità
  3. implementare una gestione del rischio strutturata

La gestione del rischio informatico è un processo continuo che richiede l’identificazione e l’analisi delle vulnerabilità. Le aziende devono:

  • condurre valutazioni periodiche del rischio
  • prioritizzare le vulnerabilità
  1. adottare politiche di sicurezza efficaci

Un altro passo cruciale è la definizione e l’applicazione di politiche di sicurezza aziendale che regolamentino l’uso di strumenti e sistemi interni. Queste politiche dovrebbero coprire:

  • gestione delle password
  • controllo degli accessi
  • backup regolari e piani di recovery
  1. monitoraggio e risposta alle minacce

È fondamentale per le aziende disporre di un sistema di monitoraggio in tempo reale delle reti e delle infrastrutture informatiche per rilevare rapidamente eventuali anomalie. Ciò include:

  • sistemi di rilevamento delle intrusioni (IDS) e prevenzione delle intrusioni (IPS)
  • piani di risposta agli incidenti
  1. Collaborazione con esperti esterni

Oltre a lavorare internamente, le aziende dovrebbero collaborare con esperti esterni di cybersecurity per valutazioni periodiche e implementazioni avanzate. La consulenza da parte di esperti può fornire un’ulteriore garanzia che le misure adottate siano efficaci e all’avanguardia.

Conclusione

La cybersecurity è una priorità assoluta per le aziende di ogni settore. Affrontare le sfide crescenti richiede un approccio globale che combini tecnologie avanzate, formazione continua e una cultura della sicurezza condivisa da tutti i dipendenti. Solo attraverso una strategia strutturata e proattiva è possibile proteggere i dati e garantire la continuità del business in un contesto sempre più esposto a minacce informatiche.

La gestione dei RAEE: da obbligo a opportunità

La gestione dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) viene troppo spesso sottovalutata o addirittura ignorata. Nonostante l’esistenza di normative chiare, molte imprese faticano ancora ad implementare pratiche efficaci in questo ambito. Questa lacuna non solo espone le aziende a rischi legali, ma preclude loro importanti opportunità di miglioramento e innovazione.

La realtà dei fatti è che numerose organizzazioni, indipendentemente dalle loro dimensioni, continuano a trascurare l’importanza di una corretta gestione dei RAEE. Si osservano piccole officine elettroniche che accumulano dispositivi obsoleti senza un piano di smaltimento adeguato, aziende di medie dimensioni prive di sistemi di tracciabilità efficaci e persino grandi retailer che non offrono servizi di ritiro dell’usato ai propri clienti.

Oltre la conformità: il valore strategico della gestione RAEE

Attualmente, molte aziende, soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni, si affidano a fogli di calcolo, registri cartacei e procedure manuali per tracciare i RAEE. Questo approccio, oltre a essere inefficiente, rende difficile garantire la conformità alle normative e tracciare con precisione il ciclo di vita dei dispositivi.

Questa negligenza diffusa non è solo un problema di conformità normativa, ma rappresenta una mancata opportunità di miglioramento operativo e di posizionamento strategico sul mercato. In un’epoca in cui la sostenibilità ambientale è al centro dell’attenzione pubblica, una gestione efficace dei RAEE può tradursi in un significativo vantaggio competitivo.

L’importanza di affrontare seriamente la questione va ben oltre il mero rispetto delle norme. Una gestione accurata di questi rifiuti dimostra una concreta responsabilità ambientale, elemento sempre più apprezzato da consumatori e stakeholder. Inoltre, implementare processi efficienti in questo ambito può portare a una sostanziale ottimizzazione delle operazioni interne, con conseguente riduzione dei costi e miglioramento dell’efficienza complessiva.

La soluzione tecnologica: software specializzati

La soluzione a questa sfida risiede nell’adozione di strumenti tecnologici avanzati, in particolare software di logistica specializzati nella gestione dei RAEE come LogisticSuite. Queste piattaforme offrono funzionalità che trasformano radicalmente l’approccio aziendale al problema.

Un software dedicato permette innanzitutto una tracciabilità completa del ciclo di vita dei RAEE: questo significa poter monitorare ogni dispositivo dal momento dell’acquisizione fino allo smaltimento finale, garantendo una visibilità totale del processo. Tale capacità non solo facilita la conformità normativa, ma fornisce anche dati preziosi per l’ottimizzazione dei processi e la pianificazione strategica.

I negozi di elettronica rappresentano un caso emblematico di come la gestione RAEE possa essere trasformata da obbligo in opportunità. Inizialmente, molti rivenditori gestivano i Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche in modo reattivo, limitandosi a raccogliere i dispositivi usati quando i clienti li portavano in negozio, senza una vera strategia.

Un approccio efficace prevede che ogni punto vendita sia dotato di un’area dedicata al ritiro dei dispositivi usati, chiaramente visibile e accessibile ai clienti: al momento dell’acquisto di un nuovo prodotto, il personale di vendita informa attivamente i clienti della possibilità di portare i vecchi dispositivi per il riciclo.

È importante ricordare, inoltre, che il D.Lgs. 14 marzo 2014 n. 49 impone l’obbligo per i distributori con superficie di vendita superiore a 400mq di ritirare gratuitamente RAEE di piccolissime dimensioni conferiti dagli utilizzatori, senza obbligo di acquisto di AEE equivalente.

L’adozione di software specializzati permette di registrare immediatamente ogni dispositivo ritirato, spesso generando un codice identificativo univoco che viene applicato al prodotto. Questo sistema garantisce la tracciabilità completa del dispositivo dal momento del ritiro fino allo smaltimento finale.

Inoltre, molti rivenditori hanno trasformato questa pratica in un’opportunità di marketing e fidelizzazione; è comune offrire ai clienti punti fedeltà o sconti su acquisti futuri per ogni dispositivo riconsegnato. Questa iniziativa non solo aumenta il tasso di ritorno dei RAEE, ma incrementa anche la soddisfazione e la fedeltà dei clienti.

Conclusione

In sintesi, investire in un software di logistica con funzionalità specifiche per la gestione dei RAEE non è solo una scelta saggia dal punto di vista normativo, ma rappresenta un passo concreto verso un’azienda più efficiente, sostenibile e competitiva. In un mondo sempre più consapevole dell’importanza della sostenibilità ambientale, le organizzazioni che sapranno trasformare la gestione dei RAEE da obbligo a opportunità saranno quelle destinate a prosperare nel lungo termine, guidando il cambiamento verso un futuro più responsabile e sostenibile.

Software in cloud: trend evolutivo nel 2024

Recupero crediti utilities: l’importanza di tracciare la raccomandata

Recupero crediti utilities: l’importanza di tracciare la raccomandata nel rispetto della regolamentazione ARERA

Gestire e recuperare i crediti nel settore delle utilities, rappresenta oggi una sfida complessa in quanto l’insolvenza dei clienti è diventata un problema comune per tutte le aziende del settore.

Questa attività richiede un impegno considerevole, competenze specifiche e l’utilizzo di piattaforme che possano migliorare le performance, ridurre il lavoro manuale e prevenire gli errori diventando sempre più in un asset strategico.

Contenuti:

1.Come si svolge il recupero crediti: rischi e opportunità

  1. I maggiori rischi
  2. Le opportunità

3. Perchè è importante avere un tracking dinamico delle lettere raccomandate?

4. Conclusione

Come si svolge il recupero crediti: rischi e opportunità

Negli ultimi anni, il settore delle utilities ha subito gli effetti delle difficoltà del mercato. Per far fronte a queste problematiche in modo efficace, la gestione dei crediti è diventata un’attività fondamentale, poiché costituisce una parte importante della gestione finanziaria delle aziende.

Le fatture non pagate rappresentano un impatto negativo e un rischio per l’azienda, che deve dotarsi di adeguate risorse e strumenti per ridurre al minimo i tempi di recupero dei crediti e gestire le contestazioni e i reclami.

Le utilities stanno adottando diverse strategie, tra cui la riorganizzazione stessa della gestione dei crediti, delle risorse interne con il ricorso a piattaforme per il recupero dei crediti come CreditSuite.

I maggiori rischi

Tra le criticità più rilevanti che si presentano e rallentare il processo del recupero crediti troviamo:

  • Morosità
  • Credit switch
  • Integrazione dei dati
  • Gestione delle comunicazioni
  • Tracking delle raccomandate A/R

Le opportunità

Nonostante la gestione del credito sia un fattore cruciale per il successo dell’impresa e possa generare numerosi vantaggi finanziari, in molti non hanno ancora compreso la sua importanza e i sistemi gestionali tradizionali lo considerano solo come un elemento contabile anziché come un processo fondamentale per la sostenibilità e la redditività.

Purtroppo, il controllo delle dinamiche legate alla gestione del credito spesso viene considerato una questione secondaria e viene affrontato solo quando si verificano problemi di incasso.

Automatizzando i processi di monitoraggio-sollecito-distacco e gestendo l’attivazione del recupero crediti stragiudiziale e giudiziale, le imprese possono  “governare” il credito come processo strategico aziendale.

Perchè è importante avere un tracking dinamico delle lettere raccomandate?

Per garantire un processo di recupero efficiente ed efficace, è essenziale adottare strumenti moderni come il tracking dinamico delle lettere raccomandate per rispondere puntualmente alla regolamentazione ARERA.

CreditSuite offre un sistema avanzato per tenere traccia delle comunicazioni inviate ai debitori. Questa tecnologia innovativa consente di monitorare il percorso delle lettere raccomandate in tempo reale, fornendo informazioni dettagliate sullo stato di consegna e sulla loro ricezione da parte dei destinatari.

Ci sono diversi motivi chiave che evidenziano i vantaggi di questa soluzione:

  1. Tempestività nell’azione: con il tracking dinamico, le aziende possono ottenere aggiornamenti immediati sullo stato di consegna delle lettere raccomandate inviate ai debitori. Questa informazione in tempo reale consente di agire prontamente nel caso in cui una lettera non venga consegnata o venga respinta. La prontezza nell’intervento è cruciale per evitare ritardi nel recupero del credito e per intraprendere le azioni legali.
  2. Maggiore trasparenza: offre una maggiore trasparenza nel processo di recupero del credito. Le aziende possono accedere a report dettagliati che mostrano quando e dove una lettera raccomandata è stata consegnata o se c’è stato un tentativo fallito di consegna. Questi dati consentono alle aziende di ottenere prove tangibili per supportare eventuali richieste legali o negoziazioni future con i debitori.
  3. Riduzione dei costi: può aiutare a ridurre i costi associati al recupero del credito. Grazie alla visibilità fornita dalla tracciabilità delle lettere, le aziende possono evitare spese superflue associate a tentativi ripetuti di consegna o all’invio di lettere sostitutive. Inoltre, l’efficienza operativa derivante da un sistema di tracking dinamico può ridurre i costi amministrativi generali legati al recupero del credito.

Conclusione

Il tracking dinamico delle raccomandate rappresenta una soluzione fondamentale per le aziende che si occupano del recupero del credito. Offre tempestività nell’azione, maggiore trasparenza, riduzione dei costi e una migliore esperienza per il cliente. Le aziende che adottano questa tecnologia saranno in grado di agire immediatamente sul recupero del credito, migliorando la loro efficienza operativa e ottenendo risultati più positivi nel processo di recupero del credito.